Un mago che utilizza magie di cura e luce, ma che appartiene a una razza semi non morta. Risponde al nome di Vesalio (500 punti esperienza a chi coglie la citazione). Creato per D&D 3.5 (ho ripescato un BG scritto sei anni fa!), ma adattabile a qualsiasi gioco in cui si possa fare una classe magica “buona” messa su una razza “malvagia” (sì, quello che penso degli allineamenti già lo sapete). In pratica è il contrario della Warlock mezz’elfa.
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Vesalio – Mago Bianco Esangue
Primo Addestramento
Male. Un dolore immenso alle braccia e alle gambe. Ho scoperto di possedere alcune parti del corpo, solo perchè ora mi fanno male.
Stupido allenamento col bastone da combattimento. Rimango fuori di casa, appoggiato alla parete, sotto la finestra. Sento il tutore che parla con la tutrice, non è contento.
– Il ragazzo è un incapace. Non è in grado nemmeno di usare il bastone. Cosa combinerà quando passeremo alla spada?.
– Quindi Non è portato per il combattimento?
– Non è portato per il combattimento?!? Non è portato per il combattimento?!? Se prendessi una lepre e le mettessi in mano un bastone, sono certo che con una settimana di addestramento otterrei risultati migliori! Potrei anche organizzare un duello, ora! Tra la lepre e il ragazzo! Vado a prenderne una!
– Lo so, avresti voluto che seguisse le tue orme, però…
Lui sbuffa, rassegnato, ma si calma. Lei prosegue
– Lo sai, è sempre stato sveglio, e mio cugino ci aiuterà a farlo entrare all’Accademia.
L’Accademia! Trattengo il fiato. Non più ossa rotte, spade e cose simili. Solo studio e scoperte!
Lui borbotta un po’, poi risponde
– Hai ragione. Non ne caverò mai fuori un soldato da quel mucchietto d’ossa, ma forse ne faranno un mago.
Trattengo a stento le grida di giubilo, mi trascino sul mio letto e rimango a fantasticare tutta la notte su come cambierà la mia vita.
Accademia
Primo giorno di accademia, saremo circa 12 Auditori e 5 Studenti. Loro, avendo già seguito lezioni per 4 anni ed essendo stati giudicati idonei, possono seguire gli ultimi 3 anni con il diritto aggiuntivo di rivolgere domande ai Maestri. Mi volto alla mia destra, un ragazzo mi guarda e mi sorride nervoso. Mi presento: -Piacere, Vesalio, è il mio primo giorno.
-Ofzedor, è il primo giorno anche per me!.
Continuiamo a parlare fino all’arrivo del Maestro. La lezione è favolosa: Si parla di numeri e di come conoscendoli si possano capire i legami tra i vari Piani Dimensionali e come manipolandoli si possa creare della Magia. Rimango stupefatto. Nei giorni seguenti seguiamo altre lezioni, sulla Storia, sull’Oratoria (forse la meno affascinante del corso, ma piace tanto a Ofzedor), sulle piante e gli animali. Inoltre, cosa più importante, ci vengono insegnati i primi esercizi per padroneggiare la magia: i giusti movimenti del corpo, le tecniche per svuotare la mente, il modo corretto per manipolare le componenti. Cinque studenti vengono scartati. Il Maestro dice che non saranno mai in grado di lanciare incantesimi ed è meglio che si dedichino ad altro. Mentre rivolge una lode ad altri, definendoli giovani promesse e io sono tra questi.
Non sono mai stato così felice. Quando non sono all’Accademia passo delle ore a parlare col mio nuovo amico, discutiamo di quello che stiamo imparando e non solo; oppure, quando sono a casa, uso il mio vecchio bastone per disegnare sulla sabbia. Mi piace produrre delle figure geometriche, calcolarle, disegnare dimostrazioni, immaginare nuovi collegamenti tra di esse e la Magia.
Lezioni Avanzate
Dopo un anno il Maestro ci annnuncia che, per le lezioni avanzate di Anatomia e Necromanzia, verrà sostituito dal Sommo Nelag. Ho un brivido! Si tratta di uno dei più rinomati Maestri che esistano, si narra che sia più vecchio di 4000 anni e che abbia acquisito conoscenze viaggiando in varie parti del mondo. Sono elettrizzato.
La lezione si tiene in una grande sala, dove trova posto anche un grande tavolo, ricoperto di sangue, con una figura morta che giace riversa. Appena discosto si trova un uomo, che tiene una lama tra le mani. Restiamo in attesa, seduti su delle panche per un periodo che sembra quasi infinito, sebbene questa definizione voglia dire poco. Mi stropiccio la tunica, mi mordicchio le mani. Anche Ofzedor semba impaziente, ma non osiamo parlare per non rompere il religioso silenzio che permea la stanza.
Finalmente Nelag varca la soglia. Non ho mai visto nessuno di noi tanto anziano! Cammina con passo malfermo, fino a raggiungere la cattedra e, senza nemmeno una parola di circostanza inizia a parlare. Gracchiare, sarebbe la parola più adeguata. Il volume è praticamente impercettibile, ma questo sarebbe il minore dei problemi: il tono cantilenante, la voce roca e la difficoltà a scandire bene le parole, rendono la lezione una noia mortale. Ad un certo punto l’uomo armato, non saprei dire se seguisse le parole del Maestro o se sia partito in un momento qualsiasi, inizia a tagliuzzare il corpo, mostrandoci dei particolari anatomici interni. Fortunatamente la lezione giunge al termine.
Ho il timore di mostrarmi disgustato da un Maestro così rinomato, tanto più che Ofzedor sembra aver apprezzato.
Mi porto dentro le perplessità, fortunatamente nei giorni successivi inizio ad abituare l’orecchio alla gracchiante cantilena del Maestro e comincio a capire quasi tutte le sue parole.
Sono più tranquillo, non saranno lezioni appassionanti, ma riuscendo a comprenderne il senso, risulta tutto molto più chiaro. -Vedete?- Gracchia il Maestro, mentre l’uomo armato sposta alcuni lembi di carne del cadavere, -Come già enunciato nei miei Primi Studi Interni, possiamo vedere le due ghiandole rosse submolocari…- Dannazione! Non può essere! Ne vedo distintamente tre! Mi strofino gli occhi, incredulo. Riguardo. Ovvio, sono sempre tre. -…le creature dal cuore caldo ne posseggono tre, ma, col passaggio all’oltremorte una di esse si atrofizza…- Speranzoso guardo il corpo sul tavolo. No, è un esangue. Assurdo. Mi volto verso i miei compagni auditori. Nessuna reazione. Speranzoso fisso gli Studenti, uno di loro farà certamente una domanda! Devono farla, per forza!
Speranza vana. Nelag continua imperterrito …ed è per questo che possiamo essere curati solo dall’energia Scura, mentre quella Abbagliante ci danneggia, al contrario dei viventi…-
Devo scoprire qualcosa di più, ma come?
Dubbi e Morti
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così. Sono notti che passo insonne nella speranza di riuscire a capire quale fosse il problema. L’unica possibile spiegazione sarebbe attribuire a quel cadave un qualche tipo di malformazione. Eccomi qui, dunque. Armato di pala, di notte a scavare nel cimitero. Rumori alle mie spalle. Mi butto a terra sull’erba bagnata. Si allontanano. Continuo a scavare. Scopro un cadavere. Ha la testa spappolata, ma non importa. Prendo il coltello. Mi tremano le mani. Mi cade, nel buco, ovvio! Impreco. Scendo, lo trovo, risalgo. Mi guardo intorno. Sembra che non ci sia nessuno. Apro il petto del cadavere. Per fortuna è fresco. Asporto le parti inutili e frugo. Due sole ghiandole. Sollievo. Delusione. Guardo meglio. Un’altra ghiandola, più piccola, di colore più tenue, ma c’è. Sono confuso, mi porto le mani ai capelli. Mi sporco di terra e sangue. Impreco nuovamente. Mi pulisco sull’erba e con gli abiti del morto. Sono presentabile, quasi. Lo ributto dentro e ricopro il tutto. Qualche zolla erbosa sopra e speriamo non si veda nulla.
Continua così per dieci giorni. Solo al quarto ne ho trovato uno con due ghiandole. Gli altri ne avevano tre. Che fare? Parlare col Maestro? Impossibile, non ho questo permesso. Potrei dirlo a uno Studente…ma già me lo vedo mentre si prende i meriti della mia scoperta o mi deride, non credendo a ciò che ho visto. Un secondo. Che diceva Nelag? Proprio dal numero di ghiandole dipende il tipo di energia che ci cura? Se riuscissi a curarmi con l’energia abbagliante, sarebbe la più grande scoperta di sempre!
Esperimenti
Dolore! Fa un male cane! Sono riuscito a padroneggiare l’energia Abbagliante, certo a discapito dei poteri necromantici, ma speriamo che nessuno se ne accorga. Però non mi cura, anzi, mi fa male! Sono sicuro che ci sia il modo. Deve dipendere dalla concentrazione e dallo stato mentale. Mi devo sforzare.
A lezione sono sempre più distaccato. Tanto parlano di cose che non so fare. L’importante è arrivare in fondo a questa cosa prima dell’esame per diventare Studente. Voglio solo tornare a casa e continuare gli esperimenti. Mi sembra di fare passi in avanti, ma non sono sicuro di questo.
Passano le sere, le settimane. L’esame incombe, ma penso di esserci ormai. Non sento più dolore, quasi. Devo fare una prova sensata. Vado nel bosco, mi nascondo. Prendo fuori il mio coltello. Respiro a fondo, lo avvicino alla mia pelle. Mi fermo, sudo. Ritraggo la mano. Dannazione, devo riuscirci. Chiudo gli occhi. Respiro. Stringo la lama. Mi sforzo di non pensare a nulla. Calo la mano con vigore. Ah! Troppo vigore. Il coltello è entrato di due dita buone nella carne della mia gamba. Spero che funzioni o sarà “divertente” da spiegare. Estraggo il coltello. Mi gira la testa. Dannazione, non si può svenire da seduti, no? Inizio a vedere sfocato. Concentrati, forza! Muovo le mani, inizio a scandire le formule. La luce parte dalle mie dita. Sento un pizzicore fastidioso sulla coscia. Poi, finalmente, il sollievo. Il dolore scema. Il flusso di sangue si arresta e la ferita inizia piano piano a richiudersi. SI PUÒ FARE!!!
Sono su di giri, domani ci sarà il nostro esame. Mi passano per la mente mille modi in cui potrei divulgare la scoperta con una scena ad effetto. Non riesco a pensare ad altro. Mentre cammino incontro Ofzedor. Anche lui è teso. Passeggiamo un po’ insieme e ci mettiamo a chiacchierare.
A un certo punto non resisto.
Devo dirlo a qualcuno. Gli faccio giurare silenzio, lui promette, stupito. -Guarda!- Esclamo. Mi provoco un piccolo taglietto e mi guarisco. -Non è fantastico?
– Energia Abbagliante!- Sbianca. Risponde balbettando -Ma…Ma è fa-favoloso!-
-Vero? Domani voglio mostrarlo ai Maestri-
-Mi sembra un’ottima idea. Ora, appunto, mi pare… cioè. Forse è meglio se corro a studiare per domani. Ciao!-
Detto questo si dilegua. Strano.
Torno a casa e mi metto a dormire.
Vengo svegliato nel cuore della notte. Frastuono di passi, la porta cede di schianto. Cinque uomini armati, un Maestro. Quest’ultimo parla, mentre io penso di star ancora dormendo.
-Vesalio, sei accusato di manipolazione dell’enegia abbagliante, empietà e corruzione. Abbiamo un testimone. Tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te!-
-Ma…io ho solo…- A queste parole il Maestro fa un cenno. Una guardia cala la sua spada di piatto sulla mia testa, la vista mi si offusca. Sento solo le ultime parole del Maestro: -Ti avevo avvertito di non parlare.-
Il processo? Una farsa: non ho diritto di parola e non ho alcun difensore. Colpevole. In solo due ore. Nessuno vuole incrociare il mio sguardo. La pena: [inserire la quest suicida dataci dal master]. Tanto varrebbe condannarmi a morte. Vengo accompagnato oltre i confini e liberato. Minacciato di morte in caso di un mio rientro.
Ancora mi sto chiedendo cosa ho sbagliato.
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