Sto finalmente iniziando a giocare a Hero, che è un GdR con un sistema molto simile a GURPS. Per la recensione dovrete aspettare qualche settimana (dovrò provarlo, no?) però intanto vi dico che fare per bene la scheda senza un foglio Excel è praticamente impossibile (no, esagero, però aiuta!). Il gioco base nasce per rappresentare dei supereroi (qualsiasi cosa voglia dire) e anche se esistono varie espansioni per renderlo adatto a una moltitudine di situazioni, noi abbiamo deciso di optare per personaggi con superpoteri. Ambientazione contemporanea e come stile la cosiddetta Bronze Age dei supereroi.
Comunque questo BG è sicuramente adattabile ad altre tipologie di campagna e a GdR diversi da Hero.
NB: tutti i fatti di seguito raccontati sono inventati e anche se mi riferisco a persone realmente esistenti, quanto segue non ha alcuna pretesa di rappresentare la realtà. Vi prego, non fatemi causa che tengo famiglia.
Non mi posso lamentare. Certo. Le infanzie difficili sono altre. Quelle dei bambini senza cibo o anche solo senza giochi. Quelle dei bambini maltrattati o costretti a lavorare. Però la cosa mi è sempre stata di scarsa consolazione.
Sono la quarta e ultima dei miei fratelli. I due maggiori erano già adulti quando io sono nata. Il terzo ha solo un anno più di me, ma non abbiamo mai legato. Però non era per questo che mi sentivo sola.
Sarà stupido. Direte che è un complesso di Elettra non risolto. Può essere. Non lo negherò. Potrebbe anche sembrare una lamentela immotivata. In fondo, chi non vorrebbe un padre ricco, famoso e di successo? Un giornalista affermato, indipendente, punto di riferimento per la stampa e popolare sui social.
Certo. Tutto molto bello.
Però io avrei semplicemente voluto un padre.
Lo so, molti altri genitori devono lavorare molto. Magari hanno 8 ore di lavoro ogni giorno, che con la pausa pranzo e gli straordinari obbligatori diventano 10 e che con il tragitto diventano 12. Ne sono consapevole.
Però almeno in quei casi si può avere la consolazione che i genitori siano obbligati a farlo. Che vorrebbero disperatamente passare più tempo coi loro figli, ma che le circostanze lo impediscano.
Io convivevo con la certezza di non essere particolarmente in alto nella lista delle priorità di mio padre. Anzi. Prima venivano i telegiornali e gli altri programmi televisivi, seguiti ovviamente da quelli radiofonici. Poi c’era il giornale online, la rivista, i libri. Infine la presenza ad eventi pubblici, la partecipazione attiva sui social e le altre attività accessorie. Il tutto senza tralasciare la necessità di rimanere perfettamente informato e aggiornato sugli avvenimenti quotidiani.
Nel poco tempo rimanente forse occupavo anche un posto relativamente alto, assieme alla nuova compagna e ai miei tre fratelli maggiori. Però non era molto: lo vedevo più spesso sullo schermo che dal vivo.
L’unico modo per mangiare insieme era accendere la tv e guardare il suo telegiornale.
La notte se non riuscivo a dormire, quando c’era una sua “maratona” accendevo la tv qualche minuto. Mi teneva compagnia.
Questo continuò per anni. Di solito gli adolescenti attraversano una fase di conflitto con i genitori, ma come puoi essere in conflitto con qualcuno che non c’è?
Io rimanevo in adorazione, sperando di comportarmi abbastanza bene, fare qualcosa di abbastanza importante da riuscire ad attirare la sua attenzione. Patetico, lo so.
La mia devozione era talmente evidente che tutti pensavano facessi le cose solo per essere vista da lui. Anche le mie emicranie non venivano prese sul serio, derubricate a semplice espediente per essere notata.
Tutto cambiò una mattina nebbiosa, durante il mio erasmus a Londra. Avevo 21 anni. La telefonata. L’esame cancellato. Il rischio c’era, lo sapevamo tutti. Glielo dicevano sempre. Tutti. A settant’anni non si può tenere sempre quel ritmo. Doveva rallentare. Prendersi cura della salute. Figuriamoci. Il riposo non faceva per lui. Infarto. Non c’era stato niente da fare.
Fu strano. In un certo senso mi sembrava di aver perso tutto, ma d’altra parte si poteva dire davvero che avessi perso realmente qualcosa? Una persona che non c’era mai stata ora non c’era più. Però ora non sarei sicuramente più riuscita ad essere degna delle sue attenzioni. Piansi tutto il giorno. La sera stordita dalle lacrime accesi la tv, ma quando mi resi conto che non ci sarebbe più stato neanche lì, venni presa da un senso di vuoto e di stordimento che mi spinsero a cercare riparo nella nostalgia, per questo, senza sapere bene come, mi ritrovai a guardare online le “maratone” che aveva fatto negli anni. Tutte. Dalla prima all’ultima. Una maratona di maratone. Senza sosta.
Persi la cognizione del tempo. La testa mi pulsava. Però questo almeno non mi faceva sentire dolore di altro genere.
Mi ritrovarono dopo qualche giorno. Denutrita. Disidratata. L’ospedale. Ricordo poco. I tubi, le siringhe. Quando mi svegliavo sentivo come se mi trapanassero il cranio. O erano i sogni?
Non so quanto durò, ma finalmente finì.
Non il dolore, quello rimase. Le emicranie erano quasi permanenti.
Poi c’era una novità. Riuscivo a sentire i pensieri delle persone. Nessuno seppe dare una spiegazione. Forse semplicemente il mio potere era latente e si è risvegliato per il trauma.
Sembra cinico, ma è la vita: a un certo punto si va avanti e anche se pensiamo di poter morire dal dolore, finiamo per sopravvivere. Finii l’università e nel frattempo imparai pian piano a convivere con il mio nuovo potere.
Pian piano cominciai a controllarlo. Rafforzarlo.
Fu strano. Mi ero sempre ritenuta una persona aperta, tollerante e progressista. Però riuscire a leggere dentro le persone svantaggiate mi fece capire che non facevo abbastanza.
Mollai tutto e cercai altre persone pronte a lottare per l’integrazione, per una società più giusta, per la messa al bando delle discriminazioni. Fondammo i Social Justice Warrior.
Se lui fosse ancora vivo forse ne avrebbe parlato al TG.
E questo è tutto. Se volete vedere altri Background per PG o PNG, ne ho una piccola collezione qui, accanto a piccoli raccontini sparsi.
Se invece vi piacciono i giochi coi supereroi, qua ho una serie di recensioni di GdR, vi consiglio di guardare Urban Heroes.
Non sapevo che Mentana avesse una figlia mentalista…. Sei un genio!
Invece che usare i poteri della mente usa quelli della menta 😀
Comunque grazie mille, troppo buono 🙂